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Truffa trading: la storia di Mario G. e le attività di recupero dei fondi

La sfiducia nei confronti della Giustizia e la rassegnazione sono i sentimenti che accomunano la quasi totalità delle vittime di truffe legate al trading on line.

A queste vittime dedichiamo l’approfondimento di oggi, per raccontare in dettaglio di uno dei tantissimi casi che abbiamo concluso in modo positivo e favorevole.

Per preservare la riservatezza delle persone coinvolte e per non svelare troppo delle nostre strategie di successo, saremo costretti ad omettere alcuni dettagli, ma nulla che valga a distogliere dal significato e dall’insegnamento che occorre trarre dalla vicenda: rassegnazione e sfiducia sono esattamente i sentimenti che ti allontaneranno dal risultato; se vuoi davvero recuperare i soldi che ti hanno rubato, occorre mettere il coltello fra i denti e non darsi mai per vinti.

La storia di Mario G.

Il nostro rapporto professionale con il Sig. Mario G. è iniziato, come spesso avviene, con una sua richiesta di videoconsulenza, attraverso il nostro servizio di supporto e assistenza legale.

mail richiesta consulenza

In questa prima consulenza, Mario ci ha raccontato di come si sono svolti i fatti.
Aveva da poco perso il lavoro, era in uno stato di profonda prostrazione psicologica e aveva letto in giro di persone che attraverso internet erano state in grado di crearsi una seconda entrata. Incuriosito dall’argomento ha iniziato a seguire gruppi di aspiranti investitori. Da lì a poco ha ricevuto una telefonata insolita: era un importante società di trading che gli proponeva di accedere gratuitamente ad un servizio di consulenza per effettuare degli investimenti in criptovalute. Per iniziare questa nuova avventura non servivano grandi capitali, ma solo poche centinaia di euro. Nel peggiore dei casi, poteva permettersi di perderle e, allora, disse di si.

Dopo aver effettuato il pagamento fu contattato da Alessandro Evangelisti, il broker assegnatogli dalla società. Tra Mario e Alessandro Evangelisti ci fu subito una grande intesa: i due iniziarono a fare investimenti a macinare guadagni e a tessere una bella amicizia. Con la minima cifra iniziale, tuttavia, non si poteva sperare di riuscire ad andare oltre certi risultati. Complice l’entusiasmo, Mario decise di seguire il suggerimento di Alessandro Evangelisti e versò altri duemila euro sulla piattaforma. Lo fece a cuor leggero, perché, se anche li avesse persi tutti, i guadagni già maturati con l’investimento iniziale sarebbero bastati a rientrare della perdita.

bonifico


Lo scenario, tuttavia, si rivelò fin da subito positivo e, grazie ai sapienti consigli del broker, i duemila euro si raddoppiarono in pochi giorni. Quando Alessandro Evangelisti gli propose di versare altri 10mila euro sulla piattaforma, non seppe dirgli di no: c’era un’opportunità da non lasciarsi sfuggire e per ottimizzare i guadagni occorreva effettuare immediatamente delle operazioni d’acquisto. Anche questa volta i risultati promessi dal broker non tardarono ad arrivare e i rendimenti visibili sulla piattaforma schizzarono ad oltre 50mila euro. Il miraggio di riuscire a cambiare la propria vita sembrava farsi realtà.

Dopo altre settimane di piccoli e medi guadagni, Alessandro Evangelisti diede a Mario una brutta notizia: per decisione della società, avrebbe potuto seguire solo i clienti con conti superiori a centomila euro a cui era riservato un trattamento VIP e una rendita garantita di almeno 3 mila euro al mese

messaggio whatsapp

Mario fu ad un bivio: perdere per sempre le dritte finanziarie del suo broker di fiducia oppure chiedere un prestito di quarantamila euro, portando a oltre centomila euro il suo conto, così da diventare VIP e godersi anche la rendita.

Dopo un paio di notti insonni, chiese il prestito e non appena lo ottenne lo riverso sul conto della società, attraverso una piattaforma di criptovalute. Non sapeva esattamente come dover procedere, ma anche in questa occasione Alessandro Evangelisti fu al suo fianco per dargli aiuto: gli fece installare un software di assistenza remota (Anydesk) e lo guidò nell’apertura di un conto in criptovalute su Kraken, facendosi consegnare copia di tutti i suoi documenti e dati bancari. Mario non avrebbe dovuto fare altro che disporre un bonifico su un conto a suo stesso nome (questa cosa gli diede un senso di sicurezza in più) e al resto avrebbe pensato Alessandro, entrando sul conto su Kraken per tutte le operazioni successive. Nel giro di pochi minuti, Mario effettuò il bonifico e Alessandro prelevò la somma da Kraken, convertita in USDT, per spostarla sulla piattaforma di investimento.

Trascorsero altre settimane, i rapporti telefonici con Alessandro Evangelisti si fecero più discontinui, i guadagni continuavano a maturare, ma Mario dovette iniziare a fare i conti con i debiti che aveva contratto in giro. Sulla piattaforma d’investimento i suoi guadagni ammontavano ad oltre 200mila euro ed era giunto il momento di prelevarli: alla prima occasione utile lo chiese ad Alessandro, che anche stavolta non si tirò indietro dal dargli aiuto. Il broker, tuttavia, gli evidenziò che per poter prelevare la cifra avrebbe dovuto corrispondere anticipatamente le tasse, nella misura del 26%. Servivano, quindi, circa altri 50mila euro. Per racimolarli Mario decise di vendere ai fratelli la sua quota di eredità sull’appartamento lasciato dai suoi genitori e di chiedere un prestito alla moglie, con la promessa che nel giro di pochi giorni le avrebbe restituito la stessa somma raddoppiata, così per farle un regalo. Riuscì a mettere insieme gli altri 50mila euro, li versò su Kraken e, come in precedenza, da lì furono prelevati da Evangelisti.

Finalmente poteva incassare la cifra, ripagare i debiti, fare il regalo che aveva promesso alla moglie e concedersi qualche piccolo piacere della vita? Non ancora. Il broker gli spiegò che per un errore nella causale del bonifico, il pagamento era stato imputato agli investimenti e non alle tasse. Occorreva, quindi, pagarle di nuovo.

Il lungo racconto di Mario terminò qui: non aveva più soldi, né poteva più chiederne in prestito e non aveva null’altro da poter vendere. Si sentiva derubato: i soldi, oltre 250mila euro, erano lì sul suo conto, ma lui non poteva averli. Si era rivolto, per questo a noi, per sapere come sbloccarli.

L’esame della documentazione

Prima di studiare la strategia di recupero, abbiamo chiesto a Mario di trasmetterci copia della documentazione in suo possesso per poterla sottoporre alla disamina del nostro team legale. Il verdetto è stato duro da digerire: l’Iban verso cui erano indirizzati i primi bonifici era già utilizzato da una società truffaldina che aveva appena chiuso i battenti; il sito e il nome della piattaforma stessa già in precedenza ci erano stati segnalati una quindicina di volte; perfino il nome di Alessandro Evangelisti era già in uso, così come l’indirizzo del wallet verso cui erano stati trasferiti gli USDT era lo stesso verso cui erano stati dirottati altri fondi da parte di altre piattaforme già sotto indagine. Insomma, senza ombra di dubbio, anche Mario era vittima di truffa.

mail esame documentazione

L’inizio delle attività

Dopo aver comunicato a Mario la cattiva notizia, abbiamo avuto con lui una seconda lunga videocall, nel corso della quale gli abbiamo illustrato in modo dettagliato quale sarebbe stato il nostro modus procedendi. Ci ha dato la sua fiducia, conferendoci incarico e così abbiamo dato inizio a questa impresa, sotto la direzione esperta dell’Avv. Alessandro Cavallaro.

Per prima cosa ci siamo preoccupati di allertare la Procura della Repubblica a cui abbiamo indirizzato una dettagliata querela in cui sono stati illustrati tutti gli spostamenti di danaro: dal conto bancario, al conto in criptovalute su Kraken; dalle operazioni d’acquisto degli USDT ai successivi trasferimenti, puntualmente documentati e tracciati sulla blockchain.

Il passaggio successivo è stato prendere contatti con la Consob, che ha prontamente proceduto all’oscuramento del sito.

sito oscurato


Si è trattato di un primo duro colpo inferto ai truffatori, il primo di lunga serie. Successivamente, infatti, siamo riusciti a rintracciare i conti bancari intestati alla società e a risalire alle banche e filiali presso cui erano stati accesi. Si trattava di due banche lituane e una spagnola, che già in passato avevano collaborato ad un’indagine. Nei limiti del segreto bancario, siamo venuti a conoscenza di altri elementi, che è stato utile citare nella diffida di pagamento che abbiamo, infine, inviato ai truffatori.

diffida


Malgrado tutto, fino a quel momento, ogni nostro colpo sembrava essere stato sparato a vuoto: da parte dei truffatori non eravamo riusciti a ricevere neanche un mimino riscontro. Il silenzio si è interrotto quando siamo riusciti a risalire al registrant del loro sito internet e al servizio di hosting che ospitava il sito e l’app della finta piattaforma di trading. Abbiamo così scoperto che lo stesso sito era stato già clonato registrato con nomi diversi altre 16 volte: in altre parole avevano già pronti i cloni con cui di volta in volta partire per realizzare altre truffe. Ottenere che fossero oscurati tutti i 17 siti non è stato semplice, ma ci siamo riusciti e solo allora (coincidenze della vita), il vecchio caro Alessandro Evangelisti si è fatto vivo con Mario, chiedendo spiegazioni sulle attività che stava ponendo in essere. Dopo qualche giorno i due si sono risentiti e il broker ha annunciato che la società sarebbe stata disposta ad attivare uno “speciale fondo di garanzia” e ad anticipare parte delle tasse necessarie, a patto che Mario rinunciasse a metà del patrimonio investito e sottoscrivesse una dichiarazione, con cui si sarebbe dovuto dichiarare pienamente soddisfatto, rinunciando ad azionare ogni ulteriore ragione di credito.

Abbiamo consigliato a Mario di rinunciare e di pretendere fino all’ultimo centesimo dei soldi versati sulla piattaforma. Per farla brave, dopo circa 15 giorni, il danaro è stato accreditato sul conto bancario e Mario ha recuperato il sorriso ed è riuscito a saldare i suoi debiti (ma non a fare il regalo a sua moglie, come inizialmente sperava).

bonifico restituzione

La strategia di recupero

Possiamo dire che il risultato ottenuto non è assolutamente casuale, ma è frutto delle giuste azioni intraprese al giusto momento. Conosciamo, infatti, ormai bene qual è il modo di ragionare di queste organizzazioni criminali e conosciamo qual è la loro maggiore preoccupazione: mantenere in vita, per quanto più tempo possibile, la loro struttura criminale. Il tempo è per loro un fattore fondamentale: truffano migliaia di persone e in tutte le fasi iniziali sono costretti a chiedere importi modesti, ovvero le poche centinaia di euro con cui anche Mario aveva iniziato, carico di diffidenza, ma speranzoso. Solo dopo aver costruito una solida base di fiducia, a distanza di mesi o settimane sanno di poter avanzare richieste più impegnative. Ad ogni cambio d’identità, ad ogni sito o piattaforma clone da diffondere, sono costretti a riprendere tutto da capo e se fossero costretti a chiudere e riaprire ogni settimana, dovrebbero accontentarsi di pochi spiccioli. Viceversa, la dichiarazione che hanno proposto a Mario di firmare è per loro un salvacondotto, per poter continuare a delinquere a discapito di quelle altre migliaia di persone ancora disposte a pagare per essere truffate. 

Il recupero giudiziale

Non sempre, quando si contrastano le truffe legate al trading on line, si riescono a concludere accordi vantaggiosi con i truffatori e allora non è da trascurare l’ipotesi di procedere al recupero giudiziale. Proprio per questo, è di fondamentale importanza rivolgersi ad un Avvocato che conosca in modo approfondito il settore e sappia delineare in modo preciso e concreto i molteplici reati che vengono in gioco. Quando si parla genericamente di “truffe finanziarie”, infatti, la truffa non è l’unico reato da considerare. Oltre alla truffe entrano in gioco altre ipotesi delittuose, che sarà necessario sottoporre all’attenzione degli organi inquirenti:

  • l’esercizio abusivo dell’attività di intemediazione finanziaria (art. 166 TUF – Testo Unico della Finanza);
  • L’autoriciclaggio;
  • L’associazione a delinquere;
  • L’aggravante della minorata difesa.

In uno scenario così complesso è, quindi, assolutamente da scartare l’ipotesi  di presentare personalmente la denuncia. Se stai immaginando di fare a meno di un avvocato, sei sulla cattiva strada. Raccogliere qualche documento e presentarsi in caserma per raccontare l’accaduto all’agente di turno non è sufficiente: occorrono competenze specifiche che entrambi non avreste.

Proprio per questo la nostra associazione si avvale di un equipe di esperti del settore per esaminare tutte le movimentazioni, ricostruire i flussi di danaro attraverso i dati pubblici rinvenibili sulla blockchain e individuare i wallet di destinazione dei pagamenti. Clicca qui per scoprire chi siamo

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