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Quali strategie per recuperare gli investimenti truffati dal trading on line

Come spiegato nel capitolo precedente, chi commette truffe legate al trading on line lo fa con la consapevolezza, purtroppo esatta, che l’assoluta maggioranza delle vittime non farà assolutamente nulla per recuperare quanto gli è stato illecitamente sottratto. È proprio questa consapevolezza che consente loro di poter essere così sfacciati, tanto da sbandierare sul proprio sito internet di svolgere attività di intermediazione finanziaria, malgrado non siano stati autorizzati da alcuna authority di vigilanza nazionale o internazionale; tanto da costituire società prive di alcuna licenza per poter operare sui mercati finanziari; tanto da richiedere pagamenti tracciabili, senza il minimo timore che si possa così risalire alla loro identità e al conto da cui poter materialmente recuperare le somme sottratte.

La regola è semplice

Quindi, la regola è semplice: se, su circa un migliaio di vittime, appena qualche decina si adopera per colpire i truffatori sui loro punti nevralgici, ai truffatori basterà restituire il dovuto a queste poche decine, potendo continuare indisturbatamente a fare profitto sulle altre centinaia, che invece non avranno fatto assolutamente nulla.

Adesso la questione da approfondire è: quali sono, appunto, i “punti nevralgici” da colpire per indurre i truffatori a volerti restituire volontariamente quel che ti hanno in precedenza rubato e perché mai dovrebbero loro stessi volerteli restituire?

A cosa ci riferiamo quando parliamo di punti nevralgici? Semplicemente ci riferiamo agli ingranaggi attraverso i quali funziona il loro meccanismo criminale. Per individuare questi ingranaggi, basta ragionare sugli strumenti di cui hanno materialmente bisogno per convincere le vittime a pagare e per incassare i pagamenti. 

Gli ingranaggi attraverso i quali funziona il meccanismo criminale

Facciamo un breve elenco:

  • società: per rendere più credibile che dietro la truffa ci sia una vera società di trading, occorre in primo luogo costituire, appunto, una vera società. Il vantaggio consiste anche nel fatto che così il truffatore (o l’organizzazione criminale) non dovrà utilizzare e “bruciare” la propria identità personale (o quella di uno dei membri dell’organizzazione), ma potrà nel corso del tempo costituire nuove e infinite società;
  • Conto bancario: per incassare i pagamenti, i truffatori avranno chiaramente necessità di un conto bancario intestato alla società. Generalmente i conti sono aperti presso banche situate in est Europa, come Lituania o Estonia, ma ciò non fa alcuna differenza ai fini della tracciabilità dei pagamenti e dell’adesione alla normativa antiriciclaggio che è comune a tutte le banche che aderiscono al circuito Swift;
  • Conto in criptovalute: in alcuni casi i truffatori utilizzano dei conti in criptovalute per incassare danaro dalle loro vittime. Il conto in criptovaluta sarà poi collegato al conto bancario su cui i truffatori riverseranno il danaro rubato, dopo averlo riconvertito in moneta nazionale;
  • Piattaforma di trading: i finti servizi di investimento avvengono ovviamente attraverso internet (altrimenti non staremmo parlando di trading on line) e ciò ovviamente implica che la vittima sia portata a creare un’account su una finta piattaforma di trading, a cui ci si connette collegandosi a determinati siti o scaricando specifiche app sul proprio cellulare. In ogni caso il sito o l’app riceverà connettività da un service provider che si occupa di tenere costantemente on line i dati, a disposizione dei visitatori.
  • Account sui social network più diffusi attraverso i quali, mediante pubblicità a pagamento, si procurano i contatti delle potenziali vittime da truffare;

In sintesi, quindi, colpire uno di questi elementi provocandone la chiusura significherà impedire ai truffatori di poter continuare nelle proprie truffe.

Adesso continuando secondo un preciso filo logico dobbiamo intenderci su due ultimi punti: 1) che cosa significa colpire la loro società, il loro conto bancario, il loro conto in criptovalute, la loro piattaforma di trading e i loro account sui social network; 2) che cosa accadrà quando i truffatori comprenderanno che i loro strumenti di lavoro potrebbero essere messi a rischio.

1) Colpire gli ingranaggi attraverso i quali funziona il loro meccanismo criminale

Colpire gli strumenti di lavoro attraverso i quali operano significa, preliminarmente, effettuare delle approfondite attività di accertamento e, successivamente, in base agli esiti ottenuti, porre in essere molteplici attività volte a denunciare e segnalare la persistenza della truffa agli organi istituzionali (ad esempio Procura della Repubblica, Consob, ecc) e agli altri enti coinvolti (banche, service provider, social network, ecc). 

Per intenderci più concretamente, riferiamoci ad esempio alle banche, che hanno l’obbligo (non solo in Italia, ma per regole internazionali per tutti gli istituti di credito che aderiscono al circuito SWIFT) di verificare che ogni pagamento che transiti sui propri conti sia conforme alla normativa antiriclaggio. Ciò significa, in termini semplici, per la banca conoscere che attività svolga statutariamente il titolare del conto e verificare che il flusso di cassa sia coerente con tale attività e che i pagamenti incassati non siano, appunto, frutto di attività illecite. Se questi controlli non fossero rigidi e stringenti, per qualsiasi attività criminale, basterebbero un paio di bonifici per ripulire il “denaro sporco”.  È, quindi, per lo meno auspicabile che attività di indagine appena più approfondite possano portare alla sospensione o chiusura dei conti bancari dei truffatori.

Lo stesso potremmo dire a riguardo del service provider, ovvero di quella società che offre connettività alla piattaforma ospitandola sui propri server. I provider hanno anche il compito di vigilare che i siti da loro ospitati non svolgano attività illecite, altrimenti incorrerebbero anch’essi in responsabilità penali. Generalmente, in realtà, non riescono a vigilare quasi su nulla, perché è per loro impossibile tenere costantemente sotto controllo le informazioni pubblicate su migliaia di siti che ospitano e che continuamente si aggiornano con nuovi contenuti testuali e audiovisivi. Proprio per questo una segnalazione al provider potrebbe portare in tempi rapidi ad una chiusura del sito della piattaforma di trading. Anzi non solo alla chiusura delle specifico sito segnalato, ma anche alla chiusura di tutti gli altri siti, che  magari ancora neanche noi conosciamo, di cui gli stessi truffatori sono proprietari e che hanno già messo on line senza ancora pubblicizzarli, che sono lì pronti per essere utilizzati se e quando il sito principale prima o poi sarà oscurato.

Per brevità fermiamoci qui e non facciamo altri esempi, perché tanto ci basta per portare a termine il ragionamento: già queste semplici attività, volte alla chiusura del conto bancario o del sito che ospita la piattaforma di trading, quale danno enorme potrebbero portare ai truffatori? Il danno consisterà non solo nel dover aprire una nuova società, un nuovo conto bancario e una nuova piattaforma, ma soprattutto nell’aver così definitivamente compromesso quel rapporto di fiducia, che faticosamente avevamo instaurato con le loro vittime, convincendole a versare i primi 250 euro e così, dopo ore e ore di telefonate quasi quotidiane, cifre sempre più consistenti. Immaginiamo che le persone che stiano truffando siano mille e ciascuna di queste mille abbia effettuato (o potrebbe effettuare nel tempo) versamenti per 10 mila euro: ciò significa che il loro bottino, attuale e potenziale, ammonta a 10 milioni di euro. Per riuscire a rubare tutti questi dieci milioni di euro dalle loro mille vittime, i truffatori avranno chiaramente bisogno di tempo per convincerle una ad una ad effettuare un pagamento dopo l’altro e, se nel frattempo il sito, la piattaforma, la società o il conto bancario venissero chiusi, evidentemente si interromperebbe quel rapporto di fiducia così faticosamente instaurato e le vittime cesserebbero i propri pagamenti.  

Tutto quello che abbiamo detto fino ad ora ci porta al secondo punto, dei due che avevamo preannunciato in precedenza:

2) che cosa accadrà quando i truffatori comprenderanno che i loro strumenti di lavoro potrebbero essere messi a rischio

Cosa accadrà è abbastanza scontato: Adesso, se tu fossi a loro posto, riterresti utile correre il rischio, anche solo il remoto rischio, che per colpa di una sola persona il tuo sistema criminale vada in frantumi? Oppure riterresti più utile e conveniente restituire il dovuto a questa unica persona e poter così continuare serenamente a truffare quell’altro 90% di vittime, che come dicevamo all’inizio lascerà correre senza battere ciglio?

In altri termini e passando al lato pratico della faccenda, questa precisa strategia di recupero consiste nel colpire gli elementi di cui hanno bisogno per perpetrare le loro truffe, affinché siano gli stessi truffatori a proporti un accordo: loro ti restituiranno la cifra che ti hanno rubato a condizione che tu, solo quando avrai ricevuto il danaro pattuito, ritirerai la querela e tutte le attività poste in essere.

L’accordo

In definitiva per te sarà stato un buon accordo recuperare la cifra, per i truffatori sarà un ottimo accordo aver riacquistato (con il tuo stesso denaro!), non solo la loro impunità, ma anche la garanzia di aver mantenuto in vita il conto, la società e la piattaforma.

Ovviamente con lo scorrere del tempo è fisiologico che prima o poi (con il sovrapporsi di querele, esposti e segnalazioni), il conto, la società e la piattaforma prima o poi chiuderanno i battenti e i truffatori dovranno aprirne di nuovi, ma è chiaro che il loro scopo sarà garantirne la sopravvivenza per quanto più tempo possibile, perché solo con il tempo riusciranno effettivamente a riscuotere il loro bottino milionario, giorno dopo giorno, vittima dopo vittima, telefonata dopo telefonata.

Quindi, affinché questa strategia possa sortire i migliori effetti è necessario che il conto, la società e la piattaforma siano ancora in vita ed è per questo che è di fondamentale importanza agire tempestivamente, con la massima urgenza.

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