Tre semplici passaggi per avvalerti del nostro servizio
Inviaci la tua segnalazione e i nostri avvocati ti risponderanno il prima possibile offrendoti gratuitamente la loro consulenza, studiando le strategie da utilizzare per affrontare al meglio il tuo caso. Solo nell’ipotesi in cui ritenessimo validamente esperibile un tentativo di recupero, allora ti formuleremmo un preventivo trasparente e dettagliato per le nostre attività.
Recuperare il tuo danaro e raggiungere la tua completa soddisfazione saranno fin da subito il nostro principale obiettivo. Queste sono le ultime recensioni di chi, prima di te, si è rivolto a noi (presto anche a te chiederemo di lasciare qui il tuo giudizio, affinché sia di incoraggiamento per i successivi clienti!)
Istituto per la Difesa del Consumo è un’associazione di consumatori attiva su tutto il territorio nazionale. Da oltre dieci anni assistiamo le vittime delle truffe on line e del trading finanziario. Per i propri interventi, Istituto per la Difesa del Consumo si avvale esclusivamente di Avvocati esperti in diritto del consumo e in diritto internazionale privato.
Abbiamo fino ad oggi raccolto centinaia di testimonianze e conosciamo bene qual è la prassi che viene generalmente seguita dai truffatori e quali sono i meccanismi psicologici su cui sanno abilmente far leva per ottenere i maggiori profitti possibili.
L’adescamento: c’è generalmente una prima fase di adescamento della vittima, che avviene mediante pubblicità on line o attraverso contatti telefonici. Fin da principio gli operatori ti prometteranno miracoli finanziari a fronte di un piccolo investimento iniziale. L’importo richiesto generalmente si aggira attorno ai 250,00 euro da versare mediante bonifico bancario o carta di credito. La vittima ha il sospetto che possa trattarsi di una truffa, ma si lascia convincere dall’idea che nella peggiore delle ipotesi perderà giusto quel poco che ha investito
Il superamento della diffidenza: quasi con sorpresa, la vittima avrà idea di trovarsi innanzi ad operatori seri e corretti. Dopo il versamento iniziale, infatti, vedrà effettivamente che sul sito avrà un’area utente riservata, da cui risulterà il credito iniziale versato, generalmente accompagnato da un ulteriore credito bonus gentilmente offerta dalla piattaforma. Insomma, il danaro è stato accreditato ed è lì pronto affinché possa richiederne la restituzione.
Il miracolo che si avvera: quando la macchina inizierà a funzionare i (finti) consulenti finanziari con maestria guideranno la vittima (che generalmente di mercati finanzia sa poco o nulla) a compiere le prime operazioni di mercato con la piccola liquidità messa a disposizione. Suggeriranno ad esempio di acquistare materie prime o azioni societarie e assisteranno la vittima ad utilizzare la piattaforma. Dopo le prime operazioni a distanza di pochi giorni il miracolo finanziario inizialmente promesso e preannunciato si avvererà: tra operazioni di acquisto e operazioni di vendita, dietro gli abili consigli dei consulenti, la vittima vedrà che il proprio capitale si sarà raddoppiato o triplicato, con profitti dal 100% al 200%.
Il pentimento: vinta la diffidenza iniziale e scoperte le potenzialità della piattaforma, la vittima si pentirà di non aver puntato fin da subito una somma di danaro più consistente, da poter far raddoppiare o triplicare. Il passaggio naturale immediatamente successivo sarà, quindi, quello di incrementare i propri investimenti. Le cifre versate iniziamo, quindi, a farsi via via più elevate, secondo la disponibilità di ciascuno. C’è chi decide di investire migliaia o decine di migliaia di euro, prelevando dai risparmi di una vita.
Il miraggio della rendita finanziaria: quando gli investimenti saranno diventati più consistenti, sommati agli “incredibili” profitti generati dal mercato, le cifre che la vittima vedrà accumulate nella propria area personale saranno diventate davvero importanti, magari vicine ai centomila euro. A quel punto il consulente giocherà probabilmente la carta della “rendita finanziaria”, sollecitando la vittima ad effettuare ulteriori importanti versamenti, mediante i quali potrà garantirsi appunto una rendita finanziaria, ovvero un gettito costante di danaro sul proprio conto corrente, frutto dei profitti maturati dal capitale investito.
La ricchezza (virtuale) e le spese (reali): la ricchezza, tuttavia, comporta anche delle spese. Con questo ragionamento il consulente inviterà la vittima ad effettuare ulteriori esborsi per poter successivamente incassare il proprio danaro. Si arriva a questa fase, quanto l’operatore della piattaforma avrà compreso che la vittima non ha materialmente più nulla da poter dare. L’aneddotica per giustificare le ulteriori richieste di pagamento potrà essere piuttosto varia e fantasiosa: ci saranno tasse da pagare anticipatamente (non si sa bene in favore di quale paese estero), poi sarà il turno di commissioni bancarie per autorizzare il trasferimento del danaro, poi ancora il compenso per la piattaforma, e così fino a quando la vittima non avrà esaurito completamente ogni propria risorsa. La leva psicologica anche in questa fase gioca un ruolo fondamentale: la vittima si rende conto che probabilmente non rivedrà più il proprio danaro, ma ha investito talmente tanto da non avere null’altro da perdere e versare le ultime migliaia di euro è l’ultima speranza per salvarsi dalla bancarotta. Così si continua a pagare, a pagare e a pagare ancora.
Il tragico epilogo: le richieste di pagamento diventeranno incessanti fino ad essere materialmente insostenibili e la vittima si rassegnerà generalmente a non poter rientrare in possesso del proprio danaro, proprio per l’impossibilità di versarne altro, per pagare le spese. Alla fine il conto verrà probabilmente chiuso e non resterà più alcuna traccia né del capitale investito né dei rendimenti miracolosi ottenuti con le operazioni finanziarie.